Tra le diverse lingue del mondo interno, le parole dell’esilio
Abstract
Ogni individuo ha un suo mondo interno che è composto da tante lingue, vissuti e significati che si sono andati costruendo dall’origine della sua vita, dall’appartenenza ad un suo mondo. L’esilio rompe gli attaccamenti di un individuo con il suo primo gruppo d’appartenenza, aggredisce nell’esiliato le relazioni più profonde e intime, quelle nelle quali si è costruito il suo intero apparato psichico. L’esilio tocca il nucleo centrale della psiche, la’dove ognuno di noi si costruisce come soggetto umano. L’entrata forzata in una nuova vita implica per l’esiliato l’elaborazione di un lutto sugli investimenti libidici precedenti con il pericolo di una dissociazione pulsionale brutale. L’oblio é il primo pericolo della lontananza. L’esilio è lutto e melanconia, ma lo stupore che provoca puó trasformarsi in restaurazione narcisistica per fecondare una continuità vitale. Il lavoro terapeutico può donare senso agli strappi avvenuti ed aiutare a ricomporre vite apparentemente spezzate.
Riferimenti bibliografici
Freud S. (1939) Moise et le monothéisme traduit de l’allemand par Anne Berman, Gallimard, Paris, 1948
Jones E. (1975) La vie et l’oeuvre de Sigmund Freud. Les dernières années, Bibliothèque de psychanalyse P.U.F, Paris
Najeeb Père Michael (2017) Sauver les livres et les hommes, Grasset, Paris
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